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Immagine del Castello di Cracovia al tramonto, vista sulla città dall'alto

Alcova della tradizione e guardiana del passato, ma con uno sguardo vivace sul contemporaneo, Cracovia con le sue atmosfere mitteleuropee regala l’esperienza più sincera della Polonia a chi vi si avvicina per la prima volta.

Cracovia è una città letteralmente a misura d’uomo: nel raggio di poco più di un chilometro a partire dalla collina del Wawel, il castello che fu residenza dei re polacchi fino alla fine del sedicesimo secolo e oggi è meta obbligata di chiunque visiti Cracovia, si concentrano alcuni micro-mondi che compongono l’anima storica della città, mentre al di fuori di questa cerchia –ma facilmente raggiungibile in tram- si apre una Cracovia diversa, meno conservativa ma altrettanto affascinante.

  • Il centro, la piazza.

Il primo luogo che salta all’occhio dei visitatori a Cracovia la Piazza del Mercato (Rynek Główny), vero e proprio centro storico, meta di passeggiate e del turismo più tradizionale con i suoi monumenti come la cattedrale gotica di Santa Maria e il Fondaco dei Tessuti che domina la piazza, i numerosi negozi di souvenir e i vari caffè tutti attorno presso i quali ci si può sedere a bere un caffè o un bicchiere di vino e, di tanto in tanto, ascoltare della musica dal vivo.

  • Kazimierz, l’anima ebraica e notturna di Cracovia.

Chi ama la musica dal vivo e le atmosfere un po’ undergound preferirà piuttosto lo storico quartiere ebraico di Kazimierz che oggi ospita innumerevoli piccoli locali, alcuni dei quali organizzano spesso serate di cabaret e musica dal vivo, altri sono semplici ma radicati luoghi di ritrovo e fanno di Kazimierz forse la meta più classica della vita notturna in città. Al di là di questo suo nuovo aspetto, negli ultimi anni il quartiere ha riscoperto la sua identità ebraica e difatti, nei pressi della storica Sinagoga, oggi ci sono diversi ristoranti kosher, locali, caffè e librerie “a tema”. Inoltre a Kazimierz si tiene ogni anno il Festival della cultura ebraica più radicato e riconosciuto d’Europa, giunto ormai alla sua venticinquesima edizione.

  • Immagine della chiesa di Cracovia al tramonto
    Immagine della chiesa di Cracovia al tramonto
  • Immagine dall'alto della Piazza del Mercato a Cracovia
    Immagine dall'alto della Piazza del Mercato a Cracovia
  • Vista su cupole e tetti di Cracovia
    Vista su cupole e tetti di Cracovia
  • Cortile interno del Collegium Maius, Università di Cracovia
    Cortile interno del Collegium Maius, Università di Cracovia
  • Vista notturna sulla Basiica di Cracovia
    Vista notturna sulla Basiica di Cracovia

  • Cracovia la dotta, la zona universitaria.

Letteralmente a pochi passi dalla Piazza del Mercato inizia il “quartiere universitario” di Cracovia. Non è del tutto corretta questa definizione visto che la città e la sua università, fondata nel 1364, vivono una simbiosi quasi totale come accade in molte città universitarie italiane, ma la zona che va proprio dalla Piazza del Mercato alla sede del Rettorato, il maestoso palazzo neo-gotico del Collegium Novum, raccoglie quasi tutti i maggiori edifici storici dell’ateneo e vi si respira l’aria tipica delle zone universitarie. Tra le stradine, i caffè e le trattorie dai prezzi decisamente abbordabili è quasi impossibile non incontrare piccoli gruppi di studenti, non solo polacchi.

  • Cracovia fuori-raggio, il quartiere di  Zabłocie.

Chi si allontana un po’ dal “raggio-Wawel” scopre una Cracovia meno tradizionale e più colpita dalla storia. Come a Zabłocie, storico polo produttivo e oggi panorama post-industriale nella sua massima espressione, con fabbriche dismesse trasformate in discoteche, scuole d’arte, spazi teatrali che stanno trasformando il quartiere nell’espressione più viva del fermento culturale cracoviano e non solo. Il simbolo più evidente della vivacità espressiva di  Zabłocie è il Mocak, il museo di arte contemporanea ospitato dagli storici edifici delle fabbriche di Schindler, rese immortali da Spielberg nel noto film, in cui vengono esposte le opere più interessanti degli ultimi anni.

  • Nowa Huta e l’Ostalgie made in Poland.

Un’altra zona che negli ultimi anni sta conoscendo nuova vita è l’ex-area metallurgica e quartiere operaio di Nowa Huta. Ideato di sana pianta dal 1949 su suggerimento personale di Stalin, Nowa Huta avrebbe dovuto rappresentare il prototipo di città socialista, progetto che si scontrò con la volontà dei cittadini che nel 1969 ottennero persino il permesso per la costruzione di una chiesa, caldeggiati dall’allora arcivescovo di Cracovia, un certo Karol Wojtyła. Negli anni immediatamente successivi alla caduta del socialismo, Nowa Huta ha conosciuto un periodo di degrado sociale e di diffusa disoccupazione dovute alla chiusura delle fabbriche, ma oggi con spirito originale e brillante sfrutta la sua marcata identità di quartiere socialista per attirare i visitatori curiosi di vedere quella Polonia scomparsa. Come accade da tempo nelle città della ex-Germania orientale, a Nowa Huta vengono organizzati veri e propri “communist tours” con tanto di gite in Trabant, cene negli autentici bar mleczne (un’autentica istituzione della Polonia socialista, piccoli ristoranti dai prezzi politici e dall’aspetto modesto, ma inconfondibile), serate anni ’80 (quelli polacchi, s’intende), e proiezioni di vecchi film di propaganda accompagnati da degustazioni di vodka.

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